VIBRAZIONI MECCANICHE MANO BRACCIO

Rapporto tecnico UNI ISO/TR 18570:2018

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato come l’applicazione del metodo proposto dalla UNI EN ISO 5349-1 per la valutazione del rischio associato alle HAV non sia il criterio migliore per prevedere gli effetti di tipo vascolare, come il fenomeno di Reynaud (o “dito bianco da vibrazioni”).

La motivazione di ciò va ricercata principalmente nel fatto che i valori della curva di ponderazione frequenziale (Wh) proposta dalla suddetta norma derivano da un unico studio sperimentale psicofisico, molto datato e che ha coinvolto un numero limitato di partecipanti. I risultati di tale studio sono stati poi applicati per prevedere tutti gli effetti avversi (nervosi, muscolari e osteo-articolari, oltre che vascolari) delle HAV, ma senza alcuna discriminazione tra gli stessi. A seconda dei diversi casi, quindi, questo può portare ad una sovrastima o, peggio, ad una sottostima degli effetti vascolari da esposizione alle HAV.

A tal riguardo il rapporto tecnico UNI ISO/TR 18570:2018 ha introdotto, per la valutazione dei soli effetti vascolari dovuti alle HAV, un metodo supplementare che integra quello proposto dalla norma UNI EN ISO 5349-1 conosciuto ormai da tempo. Tale metodo si basa su una nuova curva di ponderazione (denominata Wp) i cui valori derivano dai risultati ottenuti in diversi recenti studi.

Il confronto tra le due curve di ponderazione mostra come, a differenza della curva Wh che pesa maggiormente le frequenze comprese tra 6 e 25 Hz, la nuova curva Wp introdotta dal rapporto tecnico UNI ISO/TR 18570 enfatizzi di più le frequenze comprese tra 20 e 400 Hz.

Nel suddetto rapporto tecnico UNI ISO/TR 18570 viene inoltre introdotto il concetto di ‘esposizione giornaliera a vibrazioni Ep,d il cui valore sembra essere correlato all’insorgenza del fenomeno di Raynaud.

Nel rapporto tecnico si indica un’insorgenza ed il successivo sviluppo di dito bianco da vibrazioni per valori di Ep,d compresi tra 1150 e 1750 m/s1,5.

Dal confronto fatto per alcuni utensili vibranti, si nota che i tempi massimi di esposizione calcolati con la nuova metodica sono assai più contenuti, per fattori che raggiungono anche di un ordine di grandezza.

In conclusione, alla luce della possibile forte sottostima del rischio vascolare che questo confronto lascia intendere, si raccomanda di affiancare sempre alla metodica di valutazione del rischio obbligatoria per legge, illustrata nella UNI EN ISO 5349-1, la metodica proposta dal rapporto tecnico UNI ISO/TR 18570 che rappresenta un valido strumento per migliorare la gestione della prevenzione dei disturbi vascolari e determinare le opportune misure correttive.

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